Modalità esami per l'appello straordinario di dicembre

il limite di battute dei post è di 8000
il termine ultimo per postare sarà lunedì 7 dicembre

domenica 19 luglio 2009

Foucault analizza un dittatore.

Michel Foucault ha scoperto, o semplicemente riscoperto, una delle armi imbattibili usate da uno dei più sanguinosi dittatori della storia: A.H. (e non è Alfred Hitchcock). L'arma imbattibile: il discorso.
Con la sua lezione inaugurale pronunciata al College de France, nel 1970, si è riusciti a ricollegare (solo io forse), non poi così a stento, alcuni caratteri della strategia dialettica del Sig. Dittatore.

Spiegando le procedure di esclusione attuabili in un discorso, Foucault, introduce la prima: l'interdetto.
"Non si ha il diritto di dir tutto, non si può parlare di tutto in qualsiasi circostanza, chiunque non può parlare di qualunque cosa."
Ci fu, però, un uomo nella storia, che, essendosi eletto come "soggetto parlante" per antonomasia, provò ad abbozzare discorsi contenenti villeggiature tabù, rituali popolari, elogi razziali e risiko mondiali.
Il discorso, ai tempi in cui non lo si poteva leggere su un sito internet, ascoltare in tv o in radio, o scrivere liberamente e direttamente per mano propria, fu un'arma potentissima. Furono tempi in cui l'ignoranza popolare, mai cessata di esistere, la poca alfabetizzazione, la scarsa possibilità di esprimere le proprie idee con valide ragioni, la voglia inesistente di cambiare, migliorare, uscire dalla massa, portò il popolo ad erigere come unico conoscitore e tedoforo della verità, un esaltato. La decadenza spinta fino all'estremo. La vuotezza.
Il discorso pronunciato da un qualsiasi essere che celava dietro la sua imponente sicurezza una forte carenza di autostima, assunse così, per quel popolo vuoto e a bocca aperta, la grandezza imperiale di ragioni giuste. Le parole divennero proiettili sparati sulla folla. Proiettili imbevuti nel veleno della segretezza e del sangue. Grazie al discorso, masse di cervelli vennero manipolate secondo la sua volontà.
E quasi non importò cosa veramente volessero dire quelle parole, il popolo fu stordito dal discorso, dalla sua magnificienza, da quell'agglomerato di vocaboli giustapposti tra loro, così forti da far tuonare una nazione intera, un mondo intero.
Grazie alla bomba intelligente chiamata discorso, furono sprigionati potenti desideri e desideri di potere.
"Il discorso non è semplicemente ciò che traduce le lotte o i sistemi di dominazione, ma ciò per cui, attraverso cui, si lotta, il potere di cui si cerca di impadronirsi".
Così, con l'aiuto di Discorsi mirati, parole usate al momento giusto, scaltramente non pronunciate, riuscì a riunire folle innumerevoli di persone che vedevano in lui la figura del Salvatore. E nelle elezioni del 1933, il 56,1% degli elettori, bestemmiò contro colui che avrebbe portato lo stato tedesco "nell'abbisso" e avrebbe provocato "una catastrofe inimmaginabile" (Ludendorff).
Nonostante ciò, seppe andare avanti continuando a mirare ai suoi obiettivi.
Un popolo intero insieme ad altri stati alleati, acclamò le sue parole vedendo in esse la verità assoluta e la giusta via per un posto in Paradiso.

A.H., con i suoi infallibili Discorsi, riuscì a mobilitare un popolo intero per soddisfare i suoi bisogni di megalomania e follia.
Un folle.
Nell'antico Medioevo, la figura del folle era vista come colei il cui discorso non poteva circolare facilmente e liberamente come quello degli altri. La sua parola poteva essere considerata niente e vuota, oppure, come tragicamente avvenne in un periodo buio della storia, pregna di significati e verità nascoste.
La parola del folle "o cadeva nel nulla [...] oppure vi si decifrava una ragione più ragionevole di quella della gente ragionavole". Per quello che racconta la storia, però, fu, piuttosto, una ragione molto più (S)ragionevole di quella della gente sragionevole.
"La follia del folle si riconosceva attraverso le sue parole"
Il più grande sbaglio che l'umanità fece fu quello di non ascoltare bene quelle parole, quei Discorsi.
"Se occore veramente il silenzio della ragione per guarire i mostri, basta che il silenzio sia in allarme, ed ecco la partizione mantenuta".
La partizione, l'altro sistema di esclusione teorizzato da Foucault.
La nostra ragione, il nostro allarme, non scattò in tempo, per far sì che scempi disumani venissero attualizzati.
Si ebbe così una sconfitta da parte della ragione nella guerra contro la parola pronunciata, il discorso tenuto.
Foucault, nella sua lezione, si è chiesto dove fosse il pericolo nel fatto che la gente parlasse.
Potrebbe celarsi, quel pericolo, nelle reazioni provocate dai discorsi della gente?

Nessun commento:

Posta un commento