Modalità esami per l'appello straordinario di dicembre

il limite di battute dei post è di 8000
il termine ultimo per postare sarà lunedì 7 dicembre

venerdì 11 settembre 2009

L'uomo tra dottrine ed enunciati

Michel Foucault definisce le dottrine come l'opposto di quelle che vengono chiamate società di discorso. In queste società il numero degli individui parlanti tendeva ad essere limitato e solo tra di loro il discorso poteva circolare ed essere trasmesso. La dottrina,al contrario, ha la tendenza a diffondersi mettendo in comune un solo ed identico insieme di discorsi, definendo la reciproca appartenenza dei numerosi individui che ne prendono parte.
La sola condizione richiesta è il riconoscimento delle stesse verità e l'accettazione di una certa regola di conformità coi discorsi convalidati; se non fossero questo le dottrine non sarebbero diversa dalle discipline scientifiche, e il controllo discorsivo riguarderebbe solo la forma o il contenuto dell'enunciato, non il soggetto perlante. La dottrina mette in causa il soggetto parlante attraverso e a partire dall'enunciato, come dimostrano le procedure d'esclusione e i meccanismi di rigetto che subbentrano quando il soggetto parlante ha formulato uno o più enunciati inammisibili ( il cosiddetto colpo a vuoto ). Quindi, la dottrina, mette in causa gli enunciati a patrtire dai soggetti parlanti nella misura in cui essa vale sempre come segno, come manifestazione e strumento di appartenenza.
La dottrina lega gli individui a certi tipi di enunciazione, per legare gli individui tra di loro e differenziarli da tutti gli altri. Essa effettua un duplice assogettamento: dai soggetti parlanti ai discorsi, e dai discorsi al grupo degli individui parlanti. Per far si che ci sia questo assogettamento bisogna pronunciare un enunciato valido ed adeguato basato sull'enunciazione.
Austin definisce l'enunciato come ciò che si dice, mentre l'enunciazione è la presa di parola, la produzione stessa di un enunciato.
Vi sono enunciati che prendono il nome di performativo, cioè sono quelli che nel dire cosa faccio compio effettivamente l'azione. Ad esempio, in una cerimonia nuziale quando dico "si, lo voglio" ( cioè prendere quest' uomo come mio leggittimo sposo ), oppure con una bottiglia di champagne in mano battezzo una nave con il nome di Queen Elizabeth.
Gli enunciati performativi non sono nè veri nè falsi.
Ma che cos'è un performativo? è un enunciato che si riferisce a se in quanto azione. In Benveniste questo aspetto viene messo in evidenza da quello che definisce come spartito potenzialità che si divide in facoltà di parola, che è il linguaggio naturale/storico che l'uomo appernde già dalla nascita; e in facoltà di linguaggio che è una dotazione biologica di cui è dotata la specie.
Egli sostiene che l'enunciazione è rendere funzionale la lingua attraverso un atto individuale di utilizzazione; questa utilizzazione dell'enunciazione non è semplicemente la parole? Bisogna fare attenzione alla condizione specifica dell'enunciazione: il nostro oggetto è l'atto stesso di produrre un enunciato e non il testo dell'enunciato. Tale atto è quello che compie il locutore mobilitando la lingua a proprio vantaggio, questa relazione del locutore con la lingua determina i caratteri linguistici dell'enunciazione. Il locutore assume, quindi, la lingua come strumento. L'atto individuale col quale la lingua viene utilizzata introduce anzituto il locutore come parametro nelle condizioni necessarie per l'enunciazione, la lingua è resa effettiva in una istanza di discorso. Nell'enunciazione, la lingua si trova impegata nell'espressione d'un certo raporto col mondo, vi è quindi il bisogno di riferire attraverso il discorso.
Ciò che rende, quindi, l'uomo l'unico soggetto parlante è il concatenamento di queste potenzialità, l'uomo dunque è il solo individuo soggetto al virtuosismo naturalisico; quest'ultimo consiste nel modulare con esecuzioni fini a se stesse l'indeterminatezza potenziale della vita come linguaggio.
In conclusione possiamo dire che l'uomo usa i suoi enunciati sottoforma di uniche verità conoscibili e trasmissibili , e come strumento per intimidire, chiedere, commuovere, sedurre e per molti altri scopi poichè la vita dell'uomo dipende totalmente e completamente dal linguaggio grazie al quale può esprimere i propri sentimenti e pensieri al mondo che lo circonda.
Irene Nicastro

Nessun commento:

Posta un commento