Modalità esami per l'appello straordinario di dicembre

il limite di battute dei post è di 8000
il termine ultimo per postare sarà lunedì 7 dicembre

lunedì 23 novembre 2009

Esclusione-Partizione-Volonta' di Verita'



Un giovane ragazzo dice al padre:"Papa',cos'è la politica?"Il padre:"Figlio mio la politica non è una cosa molto facile da fare,ma allo stesso tempo è la strada piu' facile da percorrere quando con l' astuzia si vuole raggiungere un proprio fine,un proprio interesse personale o quando si vuole salvare la propria coscenza."
Il figlio:"Si ma strada difficile o strada facile,la politica in quanto tale,cos'è?"
Il padre:"Oggi ormai la politica è anzitutto corruzione,egoismo,indifferenza e anche vanto mentre invece dovrebbe essere onesta',umilta',senso del dovere,dedizione assoluta,piena disponibilita' al servizio di ogni cittadino."
Il figlio:"Papa',lealta' o corruzione,indifferenza o disponibilita',tu mi parli di tutto questo ma io voglio capire cosa si intende esattamente con il termine politica e perchè ormai è una cosa di cui si parla sempre in televisione,alla radio,sui giornali,ovunque e soprattutto cosa vuol dire fare politica,insomma in cosa consiste?Perchè mi piacerebbe entrare in questo mondo."
Il padre:"Figlio mio,all'inizio sembra facile ma ti assicuro che la nostra societa' è ormai travolta e scombussolata da una serie di ciarlatani,manifestazioni e campagne elettorali che non fanno altro che illudere la gente e cio' di conseguenza la trascina in questo gioco sporco,in questo circolo vizioso in cui vengono completamente sovvertiti quelli che dovrebbero essere principi autentici e valori universali di un intero paese,un circolo che non si chiude mai."


Foucault,parlandoci del discorso,dice che la produzione di esso deve essere selezionata,controllata e organizzata attraverso una serie di procedure,quali l'esclusione,che ne prevengano i pericoli e soprattutto non riducano il discorso a puro meccanicismo,pura materialita'.In questo dialogo evince chiaramente,da una parte il desiderio di un figlio del tutto inesperto e immaturo di sapere cosa
significa fare politica e dall'altra l'estrema vaghezza del padre,che attraverso una serie di preamboli,allusioni,paragoni,non fa altro che eludere la domanda che gli viene posta.Attraverso questa conversazione ho voluto dimostrare come non si tratta del primo caso in cui si tende ad eludere discorsi di questo genere,anzi sono molteplici gli ambiti in cui viene applicato il principio di esclusione e la politica,insieme alla sessualita',rientra perfettamente in questi ambiti.
La procedura dell' esclusione viene applicata nei casi in cui non si hanno discorsi su quella persona,su quell'argomento,sono tuttavia linguisticamente possibili ma non in quel luogo ed in quel momento,in sostanza essa rappresenta un NO,non ci sono quindi discorsi.La piu' evidente e nota procedura di esclusione è quella dell' interdetto:non si ha il diritto di dire tutto in qualsiasi circostanza,perchè il discorso non è solo il frutto di un desiderio ma anche cio' per cui si lotta,è quel potere di cui ci si impossessa.
Un altro principio che Foucault prende in considerazione è poi quello della partizione,questo trova la sua massima espressione nella follia.Sin dai tempi piu' antichi infatti il folle era colui i cui discorsi non avevano la stessa dignita',la stessa importanza delle altre forme del parlare,perchè le sue parole venivano rigettate non appena proferite,anzi le parole stesse erano cio' per cui il folle veniva considerato tale,ma non erano mai accolte nè ascoltate,insomma risultavano vuote,senza alcun effetto,puro rumore.
Oggi tutto cio' non esiste piu' perchè le parole di un folle non vengono considerate nulle,semmai ci mettono paura,che vi cerchiamo un senso o no.Cio' nonostante non dimostra pero' che la vecchia partizione non sia valida,basti pensare alla fitta rete di istituzioni in cui medici,psicoanalisti ad esempio sono in grado di ascoltare e comprendere queste parole per sospettare che il principio di partizione puo' essere applicato su linee diverse e con risultati che non sono affatto gli stessi.Poi esistono varie partizioni,le quali non sono solo modificabili ma in continuo spostamento,sorrette da tutto un sistema di istituzioni che le impongono o le riconfermano.
Se ci si pone la questione di sapere qual'è il tipo di partizione che regge la nostra volonta' di sapere,allora rientriamo in quello che è il terzo e anche il piu' importante punto che Foucault prende in considerazione:la volonta' di verita'.Con cio' si intende la nostra volonta' di sapere o piu' precisamente cio' che merita di essere saputo come vero.
Sin dai tempi dell'antica Grecia infatti,il discorso vero,quello che bisognava rispettare e temere,quello a cui bisognava sottostare era quello pronunciato da chi aveva la facolta' di farlo e rispettava cosi' il rituale richiesto.Col passare del tempo questa volonta' di verita' non risiedeva piu' in cio' che il discorso era o faceva ma in cio' che diceva,infine la verita' passo' poi dall' atto di enunciazione all'enunciato stesso,nel rapporto con il suo stesso oggetto.Tra Esiodo e Platone,ad esempio,si era stabilita una certa partizione che aveva separato il discorso vero dal discorso falso.Nel XIX secolo c'è pero', una volonta' di verita' che si differenzia sia per le forme messe in gioco, sia per gli oggetti cui si riferisce,da quella della cultura classica.Questa volonta' di verita' disegnava piani di oggetti possibili,misurabili,imponeva al soggetto conoscente una certa posizione,una certa funzione(vedere piu' che leggere,verificare piu' che commentare),sin dalla grande partizione platonica,dunque,la volonta' di sapere divenne la storia degli oggetti da conoscere,la storia delle funzioni del soggetto conoscente,la storia degli investimenti materiali e strumentali della conoscenza. Oggi tutto è cambiato,basti pensare al sistema economico:le pratiche economiche dal XVIsecolo in poi hanno cercato di fondarsi,di razionalizzarsi su una teoria delle ricchezze e della produzione;basti pensare a come un insieme prescrittivo come il sistema penale abbia cercato le sue fondamenta non solo in una teoria del diritto ma anche nel sapere sociologico,psicologico e medico,perchè la parola stessa della legge non puo' essere autorizzata nella nostra societa' se non da un discorso della verita'.Dal momento che la verita' non risiede piu' in quel che il discorso era o faceva ma in cio' che diceva,nella volonta' di dirlo non c'è altro che il desiderio e il potere.La volonta' di verita' è quindi un macchinario destinato ad escludere,cosa che la nostra societa' spesso ignora.Oggi infatti questo principio è riconfermato da tutto un sistema istituzionale,come la pedagogia,il sistema dell'editoria,il sistema dei libri e non solo,perchè non si puo' concepire il fatto che il sapere si riduca ad uno scaffale di libri,questo principio è anche riconfermato dal modo in cui il sapere opera,viene ripartito e valorizzato in una societa'.Dunque la presenza o l' assenza di un certo tipo di discorso sono dovute al frutto degli interessi di una collettivita' e non all' esclusione o alla partizione.Concludo dicendo che,a mio avviso,le strutture e le pratiche linguistiche costituiscono un limite irraggiungibile e rendono possibile l' anarchia piu di quanto lo possa fare qualsiasi altra struttura sociale.Secondo il mio punto di vista,ogni istituzione per funzionare deve sempre passare attraverso le lingue,in quanto la potenzialita' linguistica è incomparabilmente piu' alta di qualunque altra.