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martedì 15 settembre 2009

il discorso e la veridicità dello stesso

"siamo tutti(l'istituzione) qui per mostrarti che il discorso è nell'ordine delle leggi..e che,se gli capita di avere un qualche potere lo detiene in grazia nostra"
M.Foucault.

Il discorso per Foucault ha una sua materiale realta,è dinatura transitoria ma non se ne può predire la durata pervaso da poteri e pericoli che non si posson cogliere istintivamente.
La sua tesi rende espliciti i meccanismi della produzione del discorso:selezione,organizzazione e distribuzione.Questo avviene tramite procedure che depotenziano la materialità del discorso.
Tra le procedure di esclusione la prima è quella dell'interdetto;tabù rituali,diritto o meno di parlare di qualcosa,esclusività di esporre un argomento:sono questi i tipi di interdetto che rendono il discorso non accessibile a chiunque ed ovunque;questo perchè il discorso non è solo manifestazione o negazione di un desiderio,ma è l'elemento di lotta nelle dinamiche del potere poiche esso stesso è un potere.
Altra procedura di esclusione è il partage(la partizione)o il rigetto della follia.Per secoli in europa la parola del folle o non era intesa o veniva ascoltata,ora lo si ascolta e lo si decifra tramite una rete di psicologi e psicoanalisti.
Foucault situa la partizione vero/falso su una scala che considera la volonta di verita degli uomini.
Storicamente come esempio la Grecia del VI secolo,dove il discorso era vero se pronunciato dall'autorità legittima secondo un rituale canonico;un secolo dopo il discorso era vero in base a ciò che effettivamente diceva.
Si potrebbe dire che è la volontà di sapere che pone l'osservatore ad una prospettiva che risponda ai canoni di veridicita',cioè che conta è come la società valorizza distribuisce e attribuisce il sapere e la verita.Il Discorso diviene il nostro oggetto del desiderio, gli uomini tentano di raggiungere la sua comprensione nei pensieri e nei fatti. Questa è la Volontà di Verità di cui parla Foucault.
Per comprendere la verità o la falsità di un discorso l’uomo ha bisogno di concentrarsi sul potere di costruire ambienti d’oggetti – che Foucault chiama Positività – dai quali scopriremo poi enunciati veri o falsi. La volontà di verità è l’aspetto che più incuriosisce l’uomo poiché legato a doppio nodo con il desiderio di impadronirsi del discorso, con la possibilità di acquisire potere su di esso e con esso. Se è vero che il "discorso vero" è basato su fatti realmente riscontrabili, è anche vero che il Discorso del folle può essere reale e vero nonostante le sue parole possano sembrarci false,Infatti,il discorso della verità,preme sugli altri discorsi poichè parola del potere
è un discorso che non autorizza altre interpretazioni,che giustifica la verità dell'oggi.La verità dell’enunciazione era racchiusa nell’enunciato stesso, nel suo oggetto e soggetto, nel suo senso. L’indole sofistica era proprio quella che tentava in ogni modo e con ogni mezzo di trovare la Verità, il Neoplatonismo invece, riteneva che lo studio del Discorso fosse solo uno strumento negativo, in quanto permetteva di risalire alla verità tramite la consapevolezza del suo contrario, del Falso. Plotino attribuiva al Discorso vero la possibilità di rischiarare l’oblio, di divenire Luce per eccellenza poiché rende visibili i suoi oggetti e dunque il senso dell’enunciazione
Per foucault è la terza delle procedure del discorso,la volontà di verità,che sta nel tempo togliendo spazio alle altre due(parola interdetta e partizione della follia),tuttavia la volontà di verità non viene problematizzata.
Le procedure d'esclusione concernano il desiderio ed il potere,oltrea queste vi sono procedure interne al discorso,procedure di classificazione e ordinamento che privileggiano la dimensione del discorso dell'evento e del caso:
-il commento,quello che oggi si commenta domani verrà dimenticato,ma la funzione resta,in esso il nuovo non sta in ciò che è stato detto,ma nell'evento del suo ritorno.
-L'autore:inteso non come scrittore o colui che recita un testo ma l'autore come principio di raggruppamento dei discorsi,come unità d'origine nei loro significati.L'autore sceglie le parole di un opera che resterà,e propone nella quotidianità altre parole.Il principio dell'autore invece,limita il discorso alla sua individualità,cerca di dare coerenza alle possibilità di linguaggio
-La disciplina,o meglio l'organizzazione delle discipline non è individualizzante ma necessita di nuovi enunciati,ma non tutto cio che può essere detto costituisce patrimonio di una disciplina,poichè in essa convergono anche errori.

"Ogni sistema di educazione è un modo politico di mantenere o modificare l'appropriazione dei discorsi con i poteri che essi comportano"
In conclusione i soggetti parlanti non possono accedere a tutti i tipi di discorso e non tutti sono fatti dai gruppi sociali,questi sono i sistemi di assoggettamento del discorso.

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