Modalità esami per l'appello straordinario di dicembre

il limite di battute dei post è di 8000
il termine ultimo per postare sarà lunedì 7 dicembre

giovedì 16 luglio 2009

L’ Istituzione : garante della libertà … di imporre e controllare …!!!!

“ L’istituzione rende solenni gli esordii, perché li attornia d’un cerchio d’attenzione e di silenzio, e impone loro, per segnalarli da più lontano, forme ritualizzate’”(pag. 8).

“...E l’istituzione risponde: “..siamo tutti qui per mostrarti che il discorso è nell’ordine delle leggi; che da tempo si vigila sulla sua apparizione; che un posto gli è stato fatto, che lo onora ma lo disarma; e che, se gli capita d’avere un qualche potere, lo detiene in grazia nostra, e nostra soltanto” (pag. 8).

Il discorso, per Foucault , ha una sua materiale realtà, è di natura transitoria, non se ne può predire la durata, è pervaso da poteri e pericoli che non si possono cogliere istintivamente.
La tesi di Foucault rende espliciti i meccanismi di controllo, selezione, organizzazione e distribuzione della produzione del discorso. Questo avviene tramite certe procedure e meccanismi che depotenziano la materialità del discorso.

Tra le procedure di esclusione la prima è quella dell’interdetto.
Tabù dell’oggetto,rituale della circostanza, diritto privilegiato di esporre un argomento: sono questi i tipi d’interdetto che rendono il discorso non accessibile a chiunque ed ovunque. Questo perché il discorso non è solo manifestazione (o negazione) di un desiderio, ma è elemento di lotta nel gioco di forze contrapposte, ovvero nelle dinamiche del potere. Esso stesso è un potere.
Ancora oggi, in molte parti del mondo ,fare un discorso è consentito solo a chi si ritiene abbia il diritto di pronunciarlo,secondo un rituale che esclude ad altri questa possibilità.

Altra procedura d’esclusione (socialmente condivisa) è il partage (partizione e/o rigetto della follia).
“E’ curioso constatare come per secoli in Europa la parola del folle o non era intesa, oppure, se lo era, veniva ascoltata come una parola di verità” (pag. 11).

Le parole del folle erano, e sono, la manifestazione della sua follia, il luogo in cui si compiva la partizione tra la sensatezza e l’insensatezza. Anche oggi, per Foucault, esistono meccanismi di partizione, che però sono azionati in virtù di nuove istituzioni, con nuovi effetti. Il folle lo si ascolta e decifra tramite una rete di psicologi, psicoanalisti, medici .

Una terza procedura è la volontà di potere. Solo che vero e falso sono concetti contingenti alla storia, in continuo movimento, sorretti da istituzioni che usano anche la coercizione per imporre la “verità” accettabile. Non è nel livello della proposizione dove Foucault situa la partizione vero/falso, ma su una scala più ampia, quella che considera la volontà di verità degli uomini lungo il corso della storia. Storicamente, per esempio, l’Autore cita la Grecia del VI secolo, dove il discorso era vero se era pronunciato dalla autorità legittimata secondo una ritualizzazione canonica; un secolo dopo il discorso era vero in base a quel che effettivamente diceva
. Parlando della “nostra” società, Foucault dice: ‘..Questa volontà di verità, come gli altri sistemi d’esclusione, poggia su di un supporto istituzionale: essa è rinforzata, e riconfermata insieme, da tutto uno spessore di pratiche come la pedagogia, certo, come il sistema dei libri..’ (pag. 15).
Ciò che conta, dunque, è come la società valorizza, distribuisce e attribuisce il sapere e la verità. Il discorso della verità, la volontà di verità, istituzionalmente sanzionata, preme sugli altri discorsi, perché parola del potere.
Chi possiede nelle proprie mani il potere, quindi l’istituzione, influenza e controlla la diffusione del sapere, impone canoni di verità che rinforzano e riconfermano tale potere. Mira in ogni caso a scongiurare i pericoli che una produzione del discorso libera potrebbe possedere. Tale atteggiamento non autorizza interpretazioni differenti da quelle date, ma richiede solo l’accettazione di esse.

Certamente l’ Istituzione dovrebbe essere garante della libertà, ma ancora oggi in modi e con mezzi differenti,nelle diverse società sono attuate procedure che mirano a controllare l’attività naturale dell’uomo,quella di produrre discorsi.

Nessun commento:

Posta un commento