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martedì 14 luglio 2009

Foucault e le tre procedure di esclusione

Foucault pronuncia il suo discorso al College de France nel 1970 in occasione della presentazione di un professore della cattedra di Storia.
Le tesi che Foucault esprime rendono espliciti i meccanismi di controllo, selezione e organizzazione del discorso e ritiene che esistono tre procedure di esclusione:

  • l'interdetto;
  • la partizione e/o rigetto della follia;
  • opposizione tra vero e falso;

“In una società come la nostra si conoscono, naturalmente, le procedure d’esclusione. La più evidente, ed anche la più familiare, è quella dell’interdetto” (M. Foucault, L’ordine del discorso).
L’interdetto è un problema del linguaggio, ci sono alcuni tipi di discorso non accessibili a chiunque ed ovunque, quindi abbiamo discorsi possibili linguisticamente ma che non vengono effettuati; gli argomenti tabù nella nostra società sono: la politica e la sessualità.
Tacere su questi argomenti è dannoso nei riguardi della società stessa in quanto, nel momento in cui mancano il dialogo e l’informazione e non vi è uno scambio di idee, si potrebbe incorrere ad un blocco della crescita della suddetta società che rimarrebbe chiusa in se stessa senza evolversi .

" E' curioso come constatare come per secoli in Europa la parola del folle o non era intesa, oppure, se lo era, veniva ascoltata come una parola di verità”. (M. Foucault, L’ordine del discorso).
Chi era il folle per Foucault? Egli innanzitutto aveva una duplice visione della follia:

  • la parola del folle che non conta; nel periodo dell’età Medioevale i folli venivano esclusi dalla società e spesso ghettizzati, rinchiusi in manicomi, non avevano diritto di parola, le loro parole non erano intese .
  • l’istituzionalizzazione della parola; venivano loro attribuiti degli strani poteri, si pensava che fossero delle persone prescelte da Dio per comunicare con il popolo, in questo caso la parola del folle era pienamente presa in considerazione.

Cosa sono le parole del folle? Sono la manifestazione della sua follia, il luogo in cui si compie la partizione tra la sensatezza e l’insensatezza. Oggi il folle lo si ascolta e si decifra tramite una rete di psicologi e medici in luoghi appropriati ossia gli ospedali psichiatrici.
Invece ai giorni nostri in molti Paesi non viene data nessuna importanza alla parola delle donne e dei bambini, è raccapricciante pensare che ancora oggi, nel terzo millennio, possa succedere che le donne non abbiano alcuni diritti fondamentali come quello di voto, quello di partecipare alla vita politica, di lavorare o semplicemente di poter uscire con il volto scoperto senza usare alcun velo.
Per quanto riguarda i bambini invece, proprio perché sono “piccoli”, a volte non ricevono l’adeguata considerazione da parte degli adulti anche quando esprimono una valida idea .

Un terzo livello è quello del vero contro il falso; Foucault situa questa terza partizione su una scala che considera la volontà di verità degli uomini lungo il corso della storia.
Ogni società ha il suo ordine della verità, ha insita in sé la volontà di potenza, la sua politica generale della verità: accetta determinati discorsi che fa funzionare come veri, ciò significa che sapere e potere sono indisgiungibili in quanto l’esercizio del potere genera nuove forme di sapere e il sapere porta con se effetti di potere.
L’autore cita l’antica Grecia del VI sec, dove il discorso era vero se pronunciato dall’autorità legittima secondo una ritualizzazione canonica, un secolo dopo la verità del discorso dipendeva da ciò che si diceva,perciò la volontà di sapere muta. Foucault riferendosi alla nostra società dice: “Questa volontà di verità, come gli altri sistemi d’esclusione, poggia su di un supporto istituzionale: essa è rinforzata, e riconfermata insieme, da tutto uno spessore di pratiche come la pedagogia, certo, come il sistema dei libri …” (M. Foucault, L’ordine del discorso).
Dietro i tre tipi di procedure, c’è per Foucault una volontà di fondo, cioè impedire l’anarchia nell’ambito della parola. Se tutti potessero parlare, senza che la parola di nessuno venisse esclusa, se non ci fossero indicazioni preferenziali su ciò che viene saputo e detto, occorrerebbe una rivolta contro la stessa organizzazione sociale.



Maria Chiara Paola Marino




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