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venerdì 17 luglio 2009

L' "autore" Pierre Menard

PREMESSA
La lettura guidata di:"La Biblioteca di Babele"e"La lotteria a Babilonia" ha stimolato l'interesse per la conoscenza dell'intera raccolta dal titolo illuminante: "Finzioni".Il saggio di Barthes diventa una valida guida all'intera opera; in esso si evidenzia una forte affinità tra i contenuti e la loro possibile applicazione teorica in particolare al singolare racconto:"Pierre Menard,autore del"Chisciotte"


FINZIONI/E

"Finzioni" è il titolo che Borges dà ad una raccolta di otto brevi scritti. Allo stesso modo, in fedele rapporto di chiarificazione e completezza il termine "finzione" ritorna fin dalla prima pagina del saggio di Barthes. "Finzioni" come monito, "Finzione" come soggetto guida.

Finzione è per Barthes l'aspetto dell'individuo, distinto dagli altri e formante un tutto indivisibile, che emerge al contatto col testo di piacere: testo che mostra le contraddizioni, che mescola i linguaggi, che sopporta ogni accusa di illogicità. Finzione non è illusione; a differenziarla è l'elemento di consapevolezza che regge il termine; maggiore espressione di finzione di un individuo è: riuscire a creare il "fittizio dell'identità", la possibilità, cioè, di mostrare la propria pluralità e di poter godere del piacere multiplo.


L'OPERA DI MENARD

Borges ambienta la sua immaginaria storia nel xx secolo, epoca a lui contemporanea, così come contemporaneo e intimo gli è Menard, eroico protagonista. Protagonista eroico per la sua impossibile missione, impossibile però, solo per coloro che non sperano nella possibile immortalità.
Menard, uomo colto e amante della poesia, stuzzicato da opere inutili e colme di volgari anacronismi, delineò i confini della sua "opera": comporre il Chisciotte (cap. IX - XXXVIII ) " PAROLA PER PAROLA, RIGA PER RIGA, COINCIDENTI CON QUELLE DI CERVANTES ". E' umano temere per Menard lo scivolamento in una mera copia del Chisciotte di Cervantes, ma è divino il suo coraggio, mille volte più sottile la sua "opera". Egli " oppone alle finzioni cavalleresche la povera realtà provinciale del suo paese "; così trattando la materia dell'opera presa in analisi Menard infuoca il suo bisogno e desidera " restare Pierre Menard" giungendo " al Chisciotte attraverso l'esperienza di Pierre Menard".


L'OPERA IMPOSSIBILE

L' "opera" di Menard, sotto il cono luminoso del saggio di Barthes non ci appare, ma si scorge quanto il suo obbiettivo sia titanico. La perversione del testo di piacere, dice Barthes, sta nella sospensione di qualsiasi preferenza ideologica così che il testo e la sua lettura ( per motivi propriamente storici ) siano scissi: di rotto c'è l'unità morale che la società esige da ogni prodotto umano. La mosca è il lettore, secondo Barthes, la quale sia aggira frenetica nel volume della stanza: il testo. Menard propone il suo integrante, l'opposto: un intero testo di godimento in cui il lettore coincide, espandendosi, con l'intera stanza; viaggia costante sui binari distanziati da una profonda crepa: da un lato L'IMPOSSIBILE IDENTIFICAZIONE che l'autore ha con Cervantes nella folle rincorsa a rivivere l'autore - ipotesi che scarta - ( imparare una lingua, recuperare una fede religiosa, ecc. ), dall'altro l'unica OPERA POSSIBILE che Menard, senza alcun testimone, ci regala: la SCRITTURA/ LETTURA di un testo di indelebile completezza data da tutta la carica esperienziale e culturale di tre secoli, attimi che si susseguono in una spirale, che senza memoria si accumulano. Menard dà vita a un'opera performativa, ad un'opera impossibile perchè priva di un prodotto.


LA STORIA

Si osservi come l'idea di storia pervada silenziosa il lavoro del protagonista Menard e venga fissata da Borges con l'efficacia dell'ironia a pag. 656 " il raffronto....l'idea è meravigliosa!"
Destabilizzanti quanto sincere le parole di Borges, che ci avvicinano a quelle intrappolate nel vero e proprio manifesto teorico presentato da Focault nell'" Ordine del discorso"; questi, rivisitando la storia tradizionale delle idee, conferma quale sia il "modus operandi" di studiosi e pensatori: la ricerca dell'originalità, dell'unità, dei significati nascosti. Osservando in modo specifico "la storia", così come la si frequenta oggi, troviamo la nozione di evento; lo storico tende ad ampliare lo spazio dell'evento, a isolarne incessantemente nuovi strati, ma tutto ciò non deve illudere, non dona valore di realtà, ma di reale : Il piacere del testo: pag. 45 " ciò che si dimostra ma non si vede". Lo statuto da affidare all'evento ci appare fondamentale: L'ordine del discorso pag.29 " L'evento, non è... materialismo dell'incorporeo".
Il concetto evento si delinea, paradossalmente solo in apparenza, così come un concetto chiuso, limitante; esclude in modo ermetico la possibile natura di lesione, rottura della storia. Menard - così come il Chisciotte - non può sfuggire al suo destino, essere evento. Finzioni, pag. 657 " La verità storica... che avvenne. "


CONCLUSIONE

Affascinati dal cromatico immaginario di Barthes si potrebbe tentare una, forse, irrispettosa ma sincera distinzione del piacere di lettura/scrittura dei protagonisti di questo breve scritto, focalizzando l'attenzione sull'abbozzo di classificazione che Barthes ci offre ne: "Il piacere del testo", pag. 62.
Borges, ricercatore raffinatissimo e amante della parola, corrisponderebbe all'OSSESSIVO, "...tutti coloro per cui il linguaggio ritorna"
Focault, eloquente e passionale, ricorda il PARANOICO, colui che " produrrebbe... segrete".
Infine, il più estremo - e per questo attraente- Menard: l'ISTERICO, colui "che prende il testo per oro colato", " che non è più... attraverso il testo " e pag. 52 " ci sarebbero insomma...mediocrità? "
Menard, il LETTORE TOTALE, vinto dal comune destino mortale, privo di opera postuma.


Cecilia Vaccari



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