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martedì 14 luglio 2009

Fahrenheit 451

”Il discorso non è semplicemente ciò che traduce lotte o i sistemi di dominazione, ma ciò per cui, attraverso cui, si lotta, il potere di cui si cerca di impadronirsi”.

Alla lettura di questo passo di Foucault mi è subito venuto in mente un libro che ho letto: Fahrenheit 451 di Ray Bradbury. Forse ad un primo colpo d’occhio si può pensare che questo libro non centri niente con Foucault ma non è così. Racconta, infatti, come le persone siano private sin da piccoli del “discorso” e vengono totalmente alienati dalla musica e dalla tv che diventa la loro più importante ragione di vita, i loro discorsi diventano stereotipati e questo modo di vivere li rende felici. Nessuno osa ribellarsi perché gli manca la forma primordiale di “potere” che è il “discorso”. Il modo più incisivo per poter apprenderlo, nel romanzo, è rappresentato dalla lettura dei libri, questi ultimi sono però banditi dall’intera cittadina e vengono addirittura bruciati. Non esistono varie società di discorso. Qui si assiste all’estremizzazione del concetto che una società non reggerebbe mai un discorso selvaggio. Non ci si può impadronire del “potere” che fin da piccoli ricerchiamo, un bisogno che è parte integrante di noi ovvero il discorso.

“Il folle è colui il cui discorso non può circolare come quello degli altri capita che la sua parola sia considerata nulla e senza effetto”

Nel libro i folli sono coloro che possegono una biblioteca, coloro che decidono di cercare la verità e che vogliono essere in grado padroneggiare un discorso e sapere sempre di più di ciò che li circonda, nel romanzo però appena vengono scoperti dai vigili del fuoco la loro fonte di sapere viene totalmente bruciata, la loro parola è solo origine di fandonie che non porterà mai a niente se non solo male e distruzione.

“Una sola e stessa opera letteraria può dar luogo, simultaneamente, a tipi di discorso assai distinti”

I libri che invece dovrebbero essere visti come fonte di libertà e di apertura mentale, che aiuta l’essere umano a pensare e ad agire secondo la propria volontà vengono considerati nella cittadina del libro al pari del diavolo, qui vi è una paura immensa che da questi piccoli oggetti inanimati possa nascere un qualcosa di tremendamente forte come la liberta di pensiero, poiché l’uomo è libero solo se è in grado di esprimere liberamente il suo pensiero.

“Perché vi sia disciplina, occorre dunque che vi sia possibilità di formulare indefinitamente, nuove proposizioni”

Tutto questo in Fahrenheit è letteralmente impossibile, le persone sono completamente privati del loro intelletto, non hanno nemmeno le opportune conoscenze per formulare anche la più semplice e basilare delle proposizioni, loro parlano si questo è vero ma ciò che dicono, le varie frasi che pronunciano non è nient’altro che ciò che sentono e imparano dalla tv, oserei dire che qui si vede attuato totalmente il “modello meccanico della comunicazione”; di conseguenza non sono in grado di poter attuare neanche il più piccolo fra i discorsi esistenti. In questa società viene preclusa la possibilità di creare le varie “società di discorso” e i suoi componenti non hanno la possibilità di aderire liberamente ad uno di essi. L’unico gruppo che esiste è il caos dell’ignoranza.
Chi prova a leggere un libro viene immediatamente arrestato o sceglie di morire con i propri libri, sembrerebbero dei pazzi ma non è così sono delle persone che sono disposte a morire con il sapere per non rimanere nell’ignoranza, ai nostri occhi un mondo assurdo che dovrebbe subito smettere di esistere.
Quella città verrà presto bombardata non si può infatti vivere come Robot, che forse sapranno anche parlare ma se non sono programmati per determinate difficoltà si fermeranno davanti al problema, al bombardamento gli unici sopravvissuti saranno i cosidetti “uomini libro” così chiamati perché ognuno di loro conserva un prezioso testo da portare ai posteri, si salveranno perché riusciranno a vivere nel bosco fuori dalla città ma soprattutto loro saranno in grado di “ricordare” .
Perché succede questo nel romanzo? Semplice, i libri rappresentano un pericolo, disincanterebbero tutte le persone alienate, le porterebbero ad essere liberi, ad avere un potere immenso che è quello del discorso e a voler cercare sempre la verità.
Non concludo con una certezza ma bensì con una domanda: se noi stessi continuiamo a guardare e ad affidarci solo ai media come verità uniche e assolute, leggiamo sempre meno libri che potrebbero anche di poco aprirci la mente, non finiremmo forse come la maggior parte dei cittadini del libro di Fahrenheit? Forse quella cittadina vista da Bradbury non sarà forse più vicina di quello che immaginiamo?.


Alessia Cottone

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