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giovedì 11 giugno 2009

Tema della Follia

Nella storia della follia nell’età classica Foucault ha cercato di stabilire ciò che in una determinata epoca era possibile conoscere intorno alla malattia mentale. L’esperienza della follia e dell’isolamento cominciano a farsi strada nella mentalità medievale,fino all’esplosione che avranno nell’età classica. Nel Medioevo la concezione di follia era ancora intesa nell’antica contrapposizione di Bene e Male, sebbene già sulla via dell’alienazione e della punizione, il folle era largamente ammesso nella società come parte costitutiva di essa. La definizione di follia che si diffondeva nei primi secoli dell’anno mille viene analizzata da Bosch che è l’autore di un quadro fondamentale, la "Nave dei Folli", attorno a cui Foucault fa ruotare la propria interpretazione dell’esperienza medioevale della follia, analizzandone i significati impliciti. Nel dipinto di Bosch il folle è lo stereotipo della sregolatezza e dell’insensatezza della condizione umana, reso protagonista di un viaggio insulso alla volta del nulla, o forse del sapere universale. Ma il folle è visto anche come il possessore di un sapere oscuro e proibito, capace di vedere realtà superiori che nascondono segreti misteriosi o rivelazioni religiose. Spesso è associato alla figura del mago e del sapiente, e non a caso è proprio la filosofia che tende a sconfinare nella follia durante il Medioevo. La complementarità della follia con la ragione si ritrova nella distinzione che veniva fatta, a partire da Erasmo, di due tipi di follia: da una parte una "folle follia", che rifiuta la follia caratteristica della ragione e rifiutandola la raddoppia, cadendo nella più semplice, chiusa ed immediata delle follie; d’altra parte una "saggia follia" che accoglie la follia della ragione, la ascolta e la lascia penetrare nei propri pensieri: ma così facendo si difende dalla follia più di quanto possa fare l’ostinazione di un rifiuto sempre sconfitto in partenza. Dunque l’Età Classica diventa il momento in cui la follia è percepita nell’orizzonte sociale della povertà, dell’incapacità al lavoro, dell’impossibilità di integrarsi al gruppo; è cioè il momento in cui essa comincia a far parte dei problemi dell’ordinamento civile. Viene tracciata una linea di demarcazione tra spazio sociale e follia, e a quest’ultima si riserva una zona neutrale dove potersi manifestare all’oscuro di tutti, negandole così la sua libertà.









Caratteristiche della Follia

La demenza e la frenesia .
Mania e malinconia.
Passione e immagine.
La s-ragione quindi diviene sempre più un "potere d’incanto", mentre la follia un vero e proprio oggetto di percezione. Si inizia a parlare di una "percezione asilare" con la quale appaiono nuove definizioni della follia e distinzioni tra folle e folle:
L’ALIENATO è colui che ha interamente perduto la verità e la realtà, è abbandonato all’illusione di tutti i suoi sensi e in lui avviene il momento della rottura tra ragione e
s-ragione.
L’INSENSATO è colui che non è completamente estraneo al mondo della ragione, rappresenta "la ragione pervertita" e in lui avviene uno scambio perpetuo tra ragione e
s-ragione.






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