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lunedì 8 giugno 2009

Il testo esempio di ars erotica, tra piacere e godimento

Barthes definisce la scrittura come “la scienza dei godimenti del linguaggio ” che, in quanto pratica e non metalinguaggio, genera testi, esempi di ars erotica. Oggetto della scienza dei godimenti del linguaggio è quindi la scrittura stessa, intesa come insieme di segni che danno origine ai testi. Il testo e la scrittura sono visti come corpi da percepire in quanto oggetti che generano piacere. Scrivere nel piacere crea uno spazio di godimento determinato dalla possibilità di dare inizio ad un gioco, caratterizzato da due fattori: l’imprevedibilità del godimento e la dialettica del desiderio. Per “imprevedibilità del godimento” intendiamo l’impossibilità di figurare l’esperienza della lettura come immagine; per “dialettica del desiderio”, invece, si intende la forza di attrazione verso un oggetto. Il gioco che genera piacere è, dunque, la lettura.
Nel saggio “Il piacere del testo” Barthes parla di quel testo che nasce dal semplice bisogno di scrittura, dalla semplice necessità di dire e comunicare. Esistono testi noiosi e balbettanti, così da essere considerati frigidi, e altri seducenti, nati dalla follia.
In un altro saggio molto importante dello stesso Roland Barthes, dal titolo “Scrittura e Astrologia” Barthes tratta ancora una volta questo tema, concentrandosi sull’origine del piacere di scrivere. Quest’ ultimo nascerebbe dai contesti di maggiore sofferenza, in cui lo scrittore si trova davanti alla rigidità delle istituzioni. In quel caso la sua unica via di evasione è rappresentata dal piacere scaturito dal linguaggio simbolico. L’astrologia, intesa come sistema di segni fittizio, è un esempio di linguaggio simbolico in grado di generare benessere. La scrittura astrologica, infatti, può creare un immaginario collettivo che stimoli comportamenti positivi nel corso della vita.
Per Barthes la scrittura acquista valore e consistenza quando è in grado di produrre rotture e lacerazioni, tramite le quali ridistribuire la lingua. La frattura che conduce al godimento è il “fading” (letteralmente “sbiadire”, “svanire”. Si tratta di un termine che si riferisce al segnale elettromagnetico che arriva in modo discontinuo). Barthes ritiene che il fading sia il luogo in cui il soggetto è colto nel pieno del godimento: si trova infatti davanti alla possibilità di poter scoprire o no la presenza e il pensiero dell’autore nascosto dietro schermi invisibili.
È nelle zone di intermittenza che il lettore deve cercare il piacere del testo. Come in un corpo erotico, infatti, il piacere non risiede nelle zone erogene, ma nella messinscena di un’apparizione-sparizione: nell’intermittenza della pelle che luccica tra due capi, fra due bordi, come quelli di una camicia semiaperta. Nel suo saggio Barthes effettua un continuo parallelismo tra il piacere puramente carnale, fisico e quello generato dal testo, cimentandosi di continuo con la distinzione tra “godimento” e ”piacere”. Il piacere è appagamento mentre il godimento è mancamento, perdita. Il piacere del testo è l'euforia, la soddisfazione, l'agio, mentre il godimento è la scossa: nel godimento, il soggetto perde la consistenza del suo Io. Le plaisir du texte non è però necessariamente “di tipo trionfante, eroico, muscoloso” – scrive Barthes - ma può benissimo prendere la forma di una deriva. Questo accade quando il lettore si lascia trasportare dalle illusioni, seduzioni e intimidazioni del linguaggio. Non leggiamo tutto con la stessa intensità di lettura, stabiliamo un ritmo personale con il testo, poco rispettoso della sua integrità. Presi dall’avidità di andare avanti nella lettura sorvoliamo certi passi che presentiamo essere noiosi o futili: è la tmesi che anche il racconto più classico porta in sé. Fonte del piacere, la tmesi (dalla parola greca tmēsis, «taglio»), si produce al momento del consumo del testo, l’autore non può prevederla, e d'altronde egli non potrebbe voler scrivere ciò che non si leggerà. Ciò che il lettore gusta in un testo non è, perciò, né il suo contenuto, né la struttura, bensì le “scalfitture” che egli gli impone. Barthes distingue nel corso della sua opera due tipi di testo: il testo di godimento e quello di piacere. Il testo di piacere soddisfa, appaga, dà euforia; il testo di godimento, invece, è quello che mette in stato di perdita, sconforta, mette in crisi il rapporto del lettore con il linguaggio. Il cimentarsi di Barthes nella distinzione piacere – godimento fa sì che il suo intervento non sia considerato semplicemente come uno stereotipo che rimpiazzi le concezioni precedenti. La chiave di lettura del pensiero dell’autore francese è che la conoscenza in sé sia deliziosa, da qui deriva il suo maggiore auspicio: scrivere "la triste, stupida, tragica storia di tutti i piaceri a cui le società obiettano o rinunciano", una storia in qualche modo impossibile.

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