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mercoledì 3 giugno 2009

La ricerca dell’ inesistente

(dal racconto di Jorge Luis Borges “La biblioteca di Babele”)


Ci sto provando, diamine! Ci sto provando! Eppure queste gallerie esagonali perfette, infinite, eguali, quest’immenso frattale mi reca tormento, mi avviluppa, mi cattura rendendomi schiava...


Non c’è pace tra queste mura: qui regna, incontrastato, il “caos ordinato”.


Ci sto provando; giorno e notte non riposo mai le membra, ci sto provando a trovare il “libro dei libri”, il libro totale che raccoglie tutti gli altri di quest’edificio infinito, ma non riesco a trovarlo, almeno fino ad ora la mia ricerca si dimostra vana, eppure ho aperto, sfogliato, letto centinaia di libri, migliaia di parole o frasi senza senso; lettere che si susseguivano senza ordine logico alcuno, intere pagine di punti, altre di sole virgole … brancolo ancora nel buio.


Ho incontrato tanta gente che, come me e al pari di quei filosofi antichi ricercava quel libro, introvabile, nascosto nei meandri di questa mefistofelica struttura che alcuni chiamano Biblioteca di Babele. Sempre più come un Tasso senza gloria né corte, Dante senza Beatrice, come il pastore errante dell’Asia mi trascino da un esagono all’altro in un’attesa attiva, in cerca di quel volume così prezioso, unico …


Eppure qualcosa mi sfugge, m’inganna … se in questi esagoni c’è un numero determinato di libri, composti da un numero di pagine che rimane invariato per ogni libro così come le righe per ogni pagina e le lettere per ogni riga, allora come può esistere un libro totale, un libro che contenga tutti gli altri libri della biblioteca insieme? Sarebbe come cercare l’infinito nel finito …


Il pensiero mi turba, mi sconvolge … a stento riesco a concepire l’idea che questa biblioteca esiste “ab eterno” e che sia una sfera il cui centro esatto è un qualsiasi esagono e la cui circonferenza è inaccessibile … ma immaginare l’infinito nel finito, contrariamente alla filosofia romantica hegeliana, va oltre ogni capacità umana di pensiero …


Forse, a differenza di tutta la gente conosciuta qui fino ad ora, ho maturato l’idea che questi esagoni che mi circondano, tutti insieme, altro non formano che l’universo intero e noi, uomini mortali, creature ossessionate, altro non siamo che pedine di una scacchiera mosse da un abile giocatore, forse il dio onnipotente costruttore della Biblioteca …


Diversamente da coloro che non si danno pace, e continuano incessantemente la loro ricerca, ho capito che questa non è altro che “La Ricerca” alla risposta della “domanda della vita” che tutti noi ci poniamo fin dalla nascita e consumiamo l’intera esistenza nella costruzione, inseguimento, attesa della risposta (il libro totale) che non avremo mai …


Moriremo, morirò, certo che morirò nella piena consapevolezza di non essere riuscita a trovare l’infingardo libro, sicura di essere stata a pochi passi dallo stesso … Morirò, morirò in questa maledetta biblioteca e morirò anche cosciente di aver sfogliato pochi libri rispetto all’infinità di cui si compone …


Ora, sicura di compiere un viaggio senza senso, consapevole di non aver risposta ad alcuna domanda né tantomeno di trovare il libro totale sono certa di aver intrapreso un cammino che presenta una sola via, circolare, senza alcuna biforcazione dove la ricerca della risposta a qualunque quesito, del “liber maximus” si risolve in una ricerca dell’inesistente riconducendomi al punto originario ovvero l’inizio della ricerca, la nascita … come un eterno ritorno nietzschiano, in un moto perpetuo …


Nonostante ciò, credo che, se tutti smettessimo di camminare e di perlustrare gli scaffali della biblioteca, questa cesserebbe di esistere …


Io continuo a camminare per questa via, continuo a cercare l’inesistente …




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