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domenica 7 giugno 2009

Il sogno in Foucault e Barthes
Michel Foucault, nato nel 1926 a Poitiers, studiò filosofia e psicologia all’Ecole Normale Supèrieure di Parigi e, in seguito, lavorò presso istituti culturali francesi a Uppsala, Varsavia e Amburgo. Nel 1970 ricevette la nomina di professore di storia dei sistemi di pensiero al Collège de France. Morì a Parigi il 26 giugno 1984.
Uno dei suoi libri più affascinanti è proprio L'ordre du discours (L’ordine del discorso), letto da Foucault stesso al Collège de France nel dicembre del 1970. Foucault spiega il proprio metodo, i progetti di lavoro, il proprio campo di indagine. Esamina le procedure che controllano, selezionano, organizzano e distribuiscono la produzione del discorso. Tutti meccanismi di esclusione e di potere che Foucault, in questo libro, aiuta a capire e a smascherare.
Tra il 1954 ed il 1961, particolare attenzione viene data alle influenze filosofiche e culturali che a quel tempo hanno condizionato maggiormente Foucault: la fenomenologia, soprattutto quella di Merleau-Ponty, la psicologia e la psicanalisi esistenziali, sviluppate, tra gli altri, da Binswanger, fino all’incontro, non ancora pienamente maturo a quest’epoca, con l’epistemologia di Canguilhem.


Roland Barthes nacque a Cherbough, in Normandia nel 1915. Alla Sorbona studiò la letteratura classica, le tragedie greche, la grammatica e la filologia, laureandosi in letteratura classica, grammatica e filologia. Fu insegnante in svariati licei, all’Istituto Francese di Bucarest, all’Università di Alessandria d’Egitto e alla Direzione Generale degli Affari Culturali. Lavorò, inoltre, come ricercatore al Centro Nazionale della Ricerca Scientifica, e fu direttore degli studi presso l’Ecole Pratique des Hautes Etudes. Insegnò alla John Hopkins a Baltimore, e dal 1976 al 1980 ebbe la cattedra di semiologia al Collège de France. Morì a Parigi il 26 marzo 1980.
Ne “Il piacere del testo” Barthes si sofferma sulla negazione di quegli spazi in cui un testo esprime la propria deriva pulsionale, la spinta al piacere o al godimento. Sensualità della “significanza”, che non è il significato, ma piuttosto il “godimento”, la jouissance. Alla scienza del linguaggio Barthes oppone “la scienza dei godimenti del linguaggio”, cioè la scrittura, che è un insieme di pratiche. Il piacere del testo è l’euforia, la soddisfazione, l’agio, mentre il godimento è la scossa: nel godimento, il soggetto perde la consistenza del suo Io.


Leggendo “L’ordine del discorso” di Michel Foucault ed “Il piacere del testo” di Roland Barthes, tra i molteplici punti in comune, si trova il sogno. Il sogno è un fenomeno legato al sonno e in particolare alla fase rem del sonno, caratterizzato dalla percezione di immagini e suoni apparentemente reali. Lo studio e l’analisi dei sogni inducono a riconoscere un tipo di funzionamento mentale avente leggi e meccanismi diversi dai processi di pensiero che sono oggetto di studio della psicologia tradizionale. Secondo la teoria psicoanalitica di Freud, il sogno sarebbe la realizzazione allucinatoria durante il sonno di un desiderio inappagato durante la vita diurna.

Per Foucault i temi conduttori sono il soggetto, letto in una chiave esistenzialista, la malattia psicologica, una prima critica al razionalismo. Il sogno e l’esistenza. Viene sviluppata l’analisi del sogno come dimensione a-logica dell’esistenza umana. Proprio per questo, privilegiata, in grado di rivelare quei contenuti simbolici ed esistenziali più importanti per la comprensione da parte dell’uomo della propria natura più autentica.
Foucault tiene a sottolineare come la novità della psicanalisi non stia, come spesso si sostiene nei saggi sulla teoria sessuale e nella scoperta dell’eziologia sessuale della nevrosi (secondo Foucault, sotto questo aspetto è bastato a Freud prendere alla lettera Charcot), ma nella Traumdeutung, la cui fondamentale scoperta è di una logica dell'inconscio. Secondo Foucault infatti “ho il ricordo di avere sognato di scuotere la testa. Torno dunque a scuoterla ora. Vi è una differenza? Si: una certa chiarezza una certa distinzione. Ma, secondo tempo della prova, questa chiarezza e distinzione posso trovarsi nel sogno? Si: ne ho il netto ricordo. Quindi ciò che credevo essere il nesso della differenza (chiarezza e distinzione) appartiene indifferentemente al sogno ed alla veglia; non può dunque creare la differenza”.

Una materia d’interesse di Barthes è l’inconscio con la sua energia, l’immaginario che allaga. L’immaginario è energia che non tocca solamente il livello corticale ma attraversa il corpo, inteso come campo elettrico e magnetico che genera catene d’emozioni e scatena impulsi che fuori dall’esperienza creativa resterebbero muti e scomposti.

Secondo Roland Barthes il piacere del testo è quando il mio corpo va dietro alle proprie idee. Si può, inoltre, prendere appagamento da un piacere riportato. Si pensi ad esempio alla “noia dei racconti di sogni”. Si potrebbe dire che il testo “balbetta” e che la noia è, dunque, il godimento visto dalle rive del piacere. In questo caso si è lettori al secondo grado, osservo clandestinamente il piacere dell’altro che racconta il proprio sogno, si entra nella “perversione”. Secondo Barthes il commento al sogno diventa “un testo, una finzione, un involucro a fessure”. È una pratica omogenea che appaga: leggere-sognare. Il sogno permette, sostiene, mette in luce una finezza estrema di sentimenti morali e talvolta anche metafisici, il senso acuto dei rapporti umani e delle differenze sottili; si tratta di una logica “cosciente”. Il sogno “fa parlare tutto ciò che in me non è strano, estraneo: è un aneddoto incivile fatto di sentimenti civilizzatissimi”.
Secondo Barthes il sogno si dice nel linguaggio attraverso trasposizioni, traduzioni linguistiche, che caricano il linguaggio di nuove significazioni. Barthes fa notare come lo psichismo, che risulta in Freud, non è che uno spessore di equivalenze. “Un termine è costituito dal senso manifesto del comportamento, un altro dal senso latente o senso proprio (per esempio il sostrato del sogno)” e c’è, poi, un terzo termine, una correlazione dei primi due: “il sogno, in se, nella sua totalità”.

“Chi rifiuta il sogno deve masturbarsi con la realtà”. (Ennio Flaiano)

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